Succede. Succede di certo. Probabilmente a tutti noi. Se giocate spesso, immagino che sia decisamente accaduto anche a voi.

Giocare al casinò ha anche i suoi aspetti negativi. Certo, potete perdere qualche soldo. Ma sono pochi i giocatori che lasciano che piccole somme perse li infastidiscono davvero, perché è il prezzo da pagare per sfidare il vantaggio del banco.

Ogni giocatore gioca contro un vantaggio. Funziona così, decisamente in questo modo!

É successo a me. É accaduto a voi (io tiro a indovinare, ma penso che sia davvero lo stesso per voi). Chi gioca regolarmente, a volte perde. I giocatori al casinò combattono contro la fortuna e a volte la fortuna ci distrugge.

Una volta ho perso – tenetevi forte – tutto il mio budget di gioco casinò. È successo all’inizio del mio secondo anno di gioco, oltre 33 anni fa (o alla fine del mio primo anno) – ah, il tempo scorre così lontano che alcune cose successe molto tempo fa sono perse nel flusso della nostra vita.

I miei disastri sono stati causati dai miei errori? Sì, almeno due, decisamente sì.

Il primo è avvenuto alla roulette ed è stato al vecchio e ormai chiuso Sands di Atlantic City. Cos’è diventato il Sands quando ha chiuso? Purtroppo un piazzale pieno di immondizia, una volta che l’edificio è stato demolito.

Il mio incubo alla roulette: il sistema perfetto per la roulette di Scobe!

Il gioco più vecchio del casinò, la roulette. E il giocatore più giovane, almeno quella sera, ovvero io. Una lotta tra titani! Anzi, un titano e un qualcosa di completamente diverso. Che ovviamente in questo caso ero io.

Avevo sviluppato un sistema per vincere alla roulette, un modo garantito, una strategia senza alcun dubbio sicura. Mi sono anche chiesto perché nessuno aveva pensato prima a questo metodo. Era così ovvio e così ovviamente vincente. Questo mi mostrava quanto poteva essere stupida la gente.

C’era un sistema vincente davanti agli occhi di tutti e i giocatori lo ignoravano. Triste, molto triste...

Questo metodo infallibile roulette, che poi diventerà noto, si fa per dire come il Sistema per la Roulette di Scobe, andava usato soltanto sulle puntate da una volta la posta, rosso/nero, pari/dispari o alto/basso. Avevo 18 possibilità di vincere una di queste puntate e 20 di perdere. Giocavo alla roulette americana, quella con due zeri (0, 00).

Ho scelto la puntata rosso/nero, mi piaceva perché era colorata. Ho scelto il rosso, che mi piaceva perché era il colore del sangue del casinò che avrei versato.

Nei primi cinque anni della mia vita sono cresciuto in una casa freddissima. Tre delle nostre stanze non avevano i riscaldamenti in inverno, da quello che posso ricordare mia madre doveva bollire l’acqua per farci fare il bagno. Ma ora sarei diventato milionario, magari anche miliardario. Oh sì!

E il piano era questo:

Senza ragionare sui numeri caldi roulette, poniamo che puntiate 10 euro e perdete, raddoppiate la puntata a 20 euro e se perdete anche quella raddoppiate a 40. Perdete di nuovo? Basta raddoppiare a 80 euro. Perso ancora? Arrivate a 160 euro. Perdete anche quella e fate una puntata da 320 euro. Questo mi dava sei possibilità di far uscire il colore scelto. Il casinò mi permetteva addirittura di raddoppiare i 320 euro, arrivando a 640. Facile.
 
Quei 640 euro significavano sette puntate consecutive. Seriamente, quante sono le possibilità di perdere sette puntate consecutive? Io pensavo vicine allo zero. In nessun film ho mai visto qualcuno perdere sette volte di fila alla roulette. Mai visto. Potrebbe anche non essere mai accaduto nella storia della roulette.

Non avevo mai letto un libro sulla roulette o un articolo al riguardo e non c’era neanche internet per cercare le cose. Ero un giovanotto che poteva a malapena andare al casinò. Magari la brillantezza è solo roba per giovani.

Ma importava qualcosa? No. Il casinò mi apparteneva. Sette scommesse perse di fila? Macchè!

[Nota: So esattamente quello che state pensando, amici miei. Sì, lo so. Stavo giocando con la famosa strategia Martingala casinò. Non lo sapevo all’epoca, ma presto ho imparato una lezione di vita molto importante che è rimasta con me per sempre. Molti altri hanno giocato con questo sistema e hanno imparato la stessa lezione che stavo per imparare io. E probabilmente anche molti di loro avranno pensato di aver inventato la strategia.]

Ho comprato fiches in dollari per l'equivalente di 640 euro. Sapevo che non sarei mai arrivato a quel livello, ma ero troppo fiducioso nella mia genialità e pensavo di aver scoperto un sistema a prova di bomba per battere i casinò. E mi dispiaceva anche per il Sands. Li stavo per distruggere. Quei 640 euro mi facevano sentire un super giocatore d’azzardo. Il gioco sembrava tranquillo per me a quel punto.

Il tavolo della roulette!

Fate il vostro gioco: venerdì sera

Ho scommesso sul rosso e mi sono seduto sulla mia sedia. Ero seduto di fronte alle puntate rosso/nero, dovevo solo mettere lì le mie fiches e aspettare di vincere.

E la vincita?

Arrivata al terzo giro. Avevo una puntata di 40 euro. Vinto! Vinto! Vinto! I primi soldi verso il mio famoso milione di dollari. Il sistema imbattibile per la roulette di Scobe!

Potevo già immaginare il Sands Hotel and Casino vuoto dopo che li avevo distrutti. Mi dispiaceva anche per gli impiegati che avrebbero perso il lavoro. Ma i manager avrebbero dovuto vedere questa tecnica in azione e si sarebbero resi conto che sarebbe un disastro permettere ai giocatori di usarla.

Quella sera ho vinto 200 euro, che corrispondono, cari amici, esattamente a 20 vincite una volta la posta. Wow! Sono andato nella mia stanza e ho dormito il sonno dei conquistatori, quelli già entrati nella leggenda. E, avete letto bene, questo è stato solo il venerdì sera.

Ero stanco per il lungo viaggio da New York e ho dormito come dorme un bambino angelico: un sonno profondo e magnifico. Non avevo mai dovuto superare il quarto step del processo della strategia di Scobe per la roulette.

Fate il vostro gioco: sabato mattina e pomeriggio

Ho fatto una bella colazione e poi mi sono diretto verso i tavoli della rouletta. Mi sono seduto dall’altra parte delle puntate rosso/nero e ho continuato a giocare 10 euro sul colore rosso roulette.

La mattinata è stata produttiva. Ho avuto la mia striscia perdente leggermente più lunga, appena tre puntate di fila. Ho dovuto puntare 80 euro un paio di volte. Il mio sistema funzionava alla perfezione. Mi chiedevo se al Sands sapessero già che gli stavo prendendo tutto quello che avevano. In quella sessione ero sopra di 80 euro.

Le mie vincite totali erano di 280 euro. Non male.

Nel pomeriggio ho avuto la mia striscia perdente più lunga, quattro puntate di fila. Ho dovuto puntare 160 euro tre volte nel corso di quattro ore, fino a che non sono andato a fare un pisolino. Ero stanco, ma stavo battendo il casinò e questa era la cosa importante.

Sì, quando ho avuto quattro perdite di fila ammetto di essermi sentito nervoso nel fare la puntata successiva.

La mia striscia negativa poteva continuare? Se avessi perso 160 euro, la puntata successiva sarebbe stata di 320. Erano un sacco di soldi per me. Ma fino a quel momento il mio sistema aveva funzionato, quindi avrei continuato. E poi il mio sistema era imbattibile, no?

In quel momento ero sopra di 280 euro!

La roulette in un casinò

Fate il vostro gioco: sabato sera

Tra i più grandi casinò del Mondo all'epoca, il Sands era pieno di sabato sera. Un weekend ad Atlantic City attrae un sacco di gente, così come gli spettacoli e le stelle che si esibiscono. Ma io non ero interessato ad andare a un concerto. Ero lì per un solo scopo, abbattere il Sands.

Una digressione necessaria. Vi potreste chiedere cosa stessi facendo quel weekend ad Atlantic City. È una parte enorme della mia carriera da giocatore di casinò e di scrittore. Quello era il mio primo viaggio al casinò.

All’epoca ero uno dei soci di una compagnia teatrale a New York e stavamo lavorando su un revival della produzione The Only Game in Town di Frank Gilroy. Era stato un flop totale a Broadway, ma io l’ho apprezzata. E che ne sanno i critici?

Era la storia di un giocatore perdente di craps, Joe, che aveva un problema di gioco d’azzardo, e di Fran, una ragazza del coro di Las Vegas. I due si innamorano e la storia va avanti. Il finale è felice, in cui Joè racconta a Fran di una notte magica al tavolo da craps. Io non avevo idea di cosa stesse parlando. Era la fine dello spettacolo e io non sapevo di cosa diavolo parlasse Joe.

Quindi sono andato ad Atlantic City per imparare a giocare come fanno i giocatori veri, in modo che potessi interpretarlo per bene.

Fran era interpretata dall’attrice che sarebbe diventata mia moglie, già la conoscete, la Bellissima AP. C’era amore nell’aria, nello spettacolo e nella mia vita.

Ma non ero ad Atlantic City per amore, ero lì per imparare cose sul craps e che cosa significasse il monologo al termine dello spettacolo. Quando la Bellissima AP sarebbe arrivata in città, il lunedì, saremmo andati ai tavoli da craps del Claridge Hotel Casino, che secondo i miei amici che giocavano al casinò aveva la nomea di ottimo casinò per giocare a craps.

Lì ho incontrato il Capitano e la mia vita da giocatore al casinò è iniziata quel weekend, nonostante il disastro che stava per accadere al tavolo della roulette.

Ma basta con la digressione. Torniamo a sabato sera, con un casinò affollato con i tavoli della roulette pieni. Dovevo stare in piedi e passare sopra a quelli seduti per piazzare le mie puntate. La cosa non mi piaceva, ma il fascino dei soldi mi ha portato comunque a giocare.

Le cose sono andate bene per le prime due ore. La mia striscia negativa più lunga era di quattro puntate di fila. Fino a che…

Cinque puntate perse di fila: cinque! La mia prossima puntata sarebbe stata di 320 euro, il massimo che io avessi scommesso in vita mia fino a quel momento, il che non è complicato da immaginare visto che non avevo mai giocato al casinò in vita mia. Anzi, non ero neanche mai stato al casinò in vita mia.

Quanto avevo perso in quella sequenza? Fatemi fare i conti.

  • 10 euro, più 20 euro, più 40 euro, più 80 euro, più 160 e se avessi perso anche la prossima sarei stato sotto di 640!

Stavo puntando 320 euro per vincere appena 10 dollari, che era la mia puntata originaria. Se avessi perso avrei chiesto al casinò di farmi puntare 640 euro? La puntata massima a quel tavolo era, infatti, di 500.

Potevo davvero sentire il mio cuore battere di assoluto terrore. Come avevo potuto perdere così tante volte di fila. Questo non era nei piani. Come è potuto accadere?

Non avevo visto il foglio di carta che indicava che i limiti del tavolo erano saliti da un minimo di 25 a una puntata massima di 1000 euro. Stava accadendo tutto in quel momento.

Potevo puntare quei 640 euro. Ma avrei dovuto?

È arrivato l’addetto del casinò che ben conosce, naturalmente, il margine della casa roulette. “Ehi”, mi dice, quasi provocandomi, “raddoppi di nuovo giovanotto?”.
 
L’ho guardato. Ho guardato i giocatori felici di giocare alla roulette. “Sì, certo”, ho detto, piazzando la mia enorme puntata. Spero che nessuno potesse vedere quanto mi tremava la mano.

“Hai un sistema vincente, eh?”, mi dice. “Un sistema vincente, no? La settimana prossima lavorerò per te”.

“Speriamo”, ho risposto.

“Beh, ce lo dirà questo giro se hai ragione”, mi fa.

“Me lo auguro di cuore”, ho risposto io.

Il croupier ha detto “rien ne va plus” e ha lanciato la pallina nella ruota.

“Buona fortuna”, mi ha detto l’addetto del casinò, e si è allontanato.

La pallina girava e girava nella ruota e il croupier diceva “rien ne va plus, rien ne va plus”.
 
La pallina ha colpito un respingente ed è rimbalzata dentro e fuori da diversi settori. Io dicevo a me stesso “rosso! rosso! rosso!”.

“33, nero!”, dopo di che non ho sentito più nulla. Solo un enorme bla bla bla che proveniva da tutto il casinò. Ero stato battuto. Ero stato distrutto. Mi sono girato a guardare l’addetto del casinò mentre si allontanava dal tavolo. Magari era anche contento che non sarebbe diventato un mio dipendente.
 
Molto presto ho capito quello che avevo fatto. Senza curarmi minimante del tabellone roulette, avevo giocato con uno dei sistemi più vecchi del mondo, la Martingala. Molti nuovi giocatori d’azzardo l’hanno provato all’inizio della loro carriera, fino a che non hanno imparato la lezione che avevo appena imparato io.

A volte imparare può essere duro per i giocatori. Per me lo è stato.

Vi auguro il meglio, dentro e fuori dai casinò!

Frank Scoblete è cresciuto a Bay Ridge, Brooklyn. Ha passato gli anni ‘60 a scuola, gli anni ‘70 nel mondo dell’editing, della scrittura e della pubblicazione, gli anni ‘80 in quello del teatro e gli anni ‘90 e il primo decennio del 21° secolo nell’ambiente del gioco d’azzardo dei casinò.