Chiedete a un giocatore esperto cosa ne pensa della lotteria e molto probabilmente vi riderà in faccia. Non c'è bisogno di essere James Grosjean per sapere che la lotteria è una cosa per fessi, sognatori e nonne. Dopo tutto, le probabilità di vincere la lotteria si aggirano intorno a una su 292 milioni. Per mettere le cose nella giusta prospettiva, le probabilità di essere colpiti da un fulmine nel corso della vita sono di una su 3.000. Nessuno però condivise queste informazioni con Stefan Mandel, che altrimenti non sarebbe mai diventato il giocatore della lotteria più vincente al mondo.

Basandosi sull'abilità piuttosto che sulla fortuna, Mandel ha vinto 14 lotterie, in almeno tre Paesi, e ha racimolato circa 40 milioni di dollari. Ma, da buon giocatore esperto, cerca di minimizzare la sua bravura. "Sono un matematico del weekend", ha dichiarato alla rivista rumena Night & Day. "Sono un contabile abbastanza istruito, ma la matematica, applicata correttamente, può garantire una fortuna".

Probabilmente ad aiutarlo fu il fatto che nel 1964 viveva in Romania, quando il Paese si trovava sotto il regime comunista. A quell'epoca lavorava come contabile per la compagnia mineraria nazionale e cercava qualcosa che gli permettesse di condurre una vita più confortevole e che magari gli desse la possibilità di lasciare la Romania che, a quei tempi, non era il posto migliore per ebrei intelligenti.

Mandel cominciò così a concentrarsi sulla lotteria di Stato. L’analizzò, la sezionò e ne cercò i limiti nello stesso modo in cui Edward O. Thorp attaccava il gioco del blackjack, che sembrava imbattibile. A differenza di Thorp però, Mandel non aveva il vantaggio di disporre di un computer grande quanto una stanza universitaria. Aveva semplicemente il suo cervello, la sua ambizione intellettuale e il desiderio di cambiare vita.

Durante le ore libere si immergeva in concetti e teorie matematiche. Si inventò un teorema che chiamò Condensazione Combinatoria. Si tratta di un algoritmo che permette di vincere con matematica certezza il secondo premio in una lotteria a sei numeri. In sostanza, scegliendo cinque dei sei numeri e acquistando tutti i biglietti con le combinazioni corrispondenti, è possibile intascare il secondo premio al 100 per cento, cosa che gli andava bene.

Con il sostegno finanziario di amici che credevano nella sua mente geniale, Mandel si procurò i biglietti e fece meglio del previsto: lui e i suoi investitori si aggiudicarono difatti il primo premio, vincendo 30.000 dollari in lei rumeni. Dopo aver pagato le tasse e spedito il denaro ai suoi investitori, Mandel si ritrovò con 5.000 dollari in lei, una somma che oggi corrisponderebbe a circa 40.000 dollari.

Questa vincita potrebbe non sembrarvi una fortuna, ma all’epoca equivaleva a otto anni di stipendio per un rumeno medio. La somma fu sufficiente a Mandel per lasciare la sua patria. Trascorse gli anni successivi a vagare per l'Europa per poi stabilirsi in Israele, dove frequentò l'università di Haifa e si laureò in economia.
Negli anni Ottanta si trasferì in Australia. Lavorò come contabile, investì in metalli preziosi e condusse una vita normale. Anche se non dimenticò mai la lotteria, la prospettiva di vincere ad un'estrazione con 45 numeri e più di 8 milioni di combinazioni doveva sembrare impossibile persino a lui.

Così si buttò sui libri e inventò un altro algoritmo, che gli permise di ridurre il numero di biglietti necessari da 8 a 3 milioni. Un processo complicato, redditizio e segreto, forse persino difficile da credere e sul quale non rilasciò mai alcun dettaglio.

"Non tutte le lotterie sono redditizie dal punto di vista del giocatore", disse un giorno. "L'unico modo sicuro per vincere è coprire tutte le possibilità. Quella di Sydney mi ha dato l'opportunità di investire 7 milioni di dollari per vincerne 27".

Avendo le idee ben chiare, Mandel riuscì a trovare investitori per il suo progetto. La tecnologia rese il processo più semplice di quanto lo sarebbe stato altrimenti. Nel 1987 i PC erano facilmente accessibili e li usò per elaborare i dettagli e stampare i milioni di moduli richiesti per l'acquisto dei biglietti necessari.

"Quando nel 1987 annunciai che avrei vinto il primo premio della lotteria di Sydney, tutti dissero che non ci sarei mai riuscito” dichiarò Mandel. "Così mi sono arrabbiato e ho vinto alla lotteria per 13 volte di fila, oltre a 400.000 dollari in premi più piccoli".

Anche le autorità australiane però si arrabbiarono e cambiarono le leggi della lotteria per impedire che Mandel continuasse a vincere. Lui non si fece intimorire e decise di puntare all'America, in particolare sulla lotteria della Virginia. Ad allettarlo, secondo il Washington Post, fu il fatto che "La lotteria di Stato della Virginia vantava meno combinazioni di numeri rispetto ad altre lotterie... Mandel giunse alla conclusione che gli sarebbero bastati 7,1 milioni di dollari per comprare tutti i biglietti." Inoltre li avrebbe potuti stampare nella sua casa in Australia, come previsto dal regolamento della lotteria stessa.

Ma il premio in denaro doveva essere abbastanza grande da rendere l'investimento proficuo, così aspettò pazientemente e monitorò le lotterie. Non appena vide che il primo premio era di 27 milioni di dollari, Mandel diede inizio al suo piano: in tre giorni avrebbe dovuto acquistare circa 7 milioni di biglietti.

Furono messi in funzione trenta computer e una dozzina di stampanti laser. Mandel disse che vennero usate tra le 20 e le 30 tonnellate di carta per stampare tutti i biglietti e poi investì 60.000 dollari per spedirli dall'Australia agli Stati Uniti. Un team di contabili salì a bordo della nave per traghettare i biglietti ai punti vendita della lotteria e comprare quelli che erano già stati stampati in loco.

Mandel non riuscì appieno nel suo intento e nei tre giorni a disposizione riuscì a comprare solo 5 milioni di biglietti. Anche se la vittoria alla lotteria della Virginia non era più certa, Mandel rimeneva il grande favorito e le cose andarono come dovevano andare: lui e la sua squadra vinsero il primo premio e circa un milione di dollari in premi minori.

Fu un buon affare per Mandel, che si garantì un compenso netto di 1,7 milioni di dollari per aver organizzato il tutto. Agli investitori non andò altrettanto bene: quelli che ci misero 4.000 dollari si ritrovarono con soli 1.400 dollari al netto di spese e tasse. Il governo degli Stati Uniti controllò Mandel e la Commissione della lotteria della Virginia cercò di trovare un modo per non pagarlo. Una volta verificata la legalità delle sue azioni, le autorità non ebbero altra scelta se non quella di pagare. Oggi però le regole delle lotterie sono cambiate per impedire che una “mossa alla Mandel” non possa più essere architettata.

Respinto dalle lotterie più redditizie, Mandel cercò di crearne una sua (fallendo) prima di finire in prigione in Israele a causa di una condanna per attività fraudolente. Oggigiorno, tornato a essere un uomo libero, pare che il re delle lotterie conduca una vita tranquilla su una piccola isola del Sud Pacifico.